Caro Gennarone,
Non è stato facile oggi abbandonarti nelle fredde lande di un concessionario. In mezzo a tutte giovani colleghe, che – le ho viste – hanno storto un po’ in fari verso l’alto con fare pietoso, vedendoti così sporco, un po’ abbozzato su un fianco, uno sgarro sul cofano, un buco sul paraurti. Un tergicristallo in meno. Il volante che si sbriciola. Ho visto che hai tentato di nascondere il contachilometri con la cifra 250.000. E hai fatto i fari tristi quando ci siamo allontanati. Ti sei ricordato Sara piccola che sventolava palloncini fuori dal finestrino. Le strade impervie e scoscese del Peloponneso. La Strada Romantica in Germania tra prati verdi a perdita d’occhio. E poi i giorni assolati in mezzo alla sabbia rovente sulle spiaggie sarde.
Spero tu non abbia un cuore tra gli ingranaggi e che quel cuore non soffra troppo. Buon meritato riposo. Ti siamo grati di averci tenuto al sicuro su tante strade. Magari in un posto tra vecchie glorie come te con tanti cagnolini e gattini che ti girano intorno.
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